
Una serata sulle spiagge di Troia, ai piedi delle mura dell’antica città governata dal re Priamo. Questo è quanto regala Corrado d’Elia agli spettatori con il suo ultimo album “Iliade”. L’attore diventa così l’Omero dei giorni nostri che torna a diffondere l’opera proprio per via orale come si faceva in origine.
Ma il racconto di guerre e amori non arriva solo dalla voce, arriva dall’occhio inquisitorio dell’attore, dalla mano che batte sulla gamba, dalle parole ripetute più volte e da tutta una gestualità in cui ogni movimento e ogni espressione ha un significato ben preciso. A questo si aggiungono le luci e una colonna sonora che potremmo definire cinematografica, tutti elementi che trasformano l’opera in un vero e proprio viaggio della durata di quasi un’ora e mezza che porta lo spettatore a vivere in prima persona l’Iliade.
La bravura di d’Elia, sempre unico nei suoi monologhi, sta nel trasmettere come meglio non si potrebbe le emozioni e i sentimenti dei personaggi come il timore del duello che può attraversare anche due eroi valorosi come Ettore e Aiace, l’odio che rende duro il cuore di Achille, la disperazione di Andromaca nel vedere il marito scendere nuovamente in battaglia.
Non si tratta di una semplice lettura, ma di un’interpretazione più che mai personalizzata che va anche oltre l’opera originaria e che l’autore decide di interrompere prima del suo epilogo quasi in cerca di un volontario pronto a raccogliere il testimone e portare avanti un racconto che non può essere esclusivo di un singolo attore ma che appartiene all’intera umanità.
Guarda l’intervista a Corrado d’Elia
Ivan Filannino
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