Dopo La scuola delle mogli e Orgoglio e pregiudizio torna al Teatro Elfo/Puccini dal 7 al 12 febbraio 2023 Arturo Cirillo con un nuovo successo Cyrano de Bergerac per il quale ha scelto la forma e lo stile del teatro-canzone.
Per saperne di più abbiamo incontrato Arturo Cirillo e gli abbiamo chiesto…
Qual è l’ingrediente più importante per riuscire a rappresentare una commedia teatrale che racconta una storia come Cyrano de Bergerac ambientata nel seicento in chiave contemporanea?
Pensando i personaggi come nostri contemporanei. Dando a loro la nostra sensibilità e le nostre paure e desideri. Tanto l’essere umano non è che sia molto cambiato nei secoli.
Non ho visto lo spettacolo né mi sono documentato perché vorrò godere appieno del tuo talento quando verrò all’Elfo. Ho però visto le foto dello spettacolo, scenografie a costumi ricordano il varietà, che di fatto in tv non esiste più.
Con la tua versione di Cyrano de Bergerac cosa vorresti che si portasse a casa lo spettatore più giovane? Di fatto non sa cosa si è perso!
Un gusto del travestimento, un modo di narrare che non necessariamente deve avvenire attraverso le parole recitate, ma anche tramite la musica, il canto, il movimento, i colori, le luci.
Quanto c’è di Arturo Cirillo in Cyrano de Bergerac e quanto c’è di Cyrano in Arturo?
Una certa tendenza a drammatizzare, un’insicurezza, un non sentirsi in fondo degno d’essere amato, un non pensare di essere all’altezza. Ma anche un certo orgoglio, il gusto per la sfida, una tendenza verso l’astratto e il fantastico. Il sentirsi più a proprio agio in una favola che non nella realtà.
(Questo vale per entrambi le domande).
Tra le tante tematiche che tocca un testo come quello di Cyrano de Bergerac il più importante è l’impossibilità di amare. In platea sicuramente ci saranno tanti Cyrano, cosa consiglieresti loro…
Di pensare che spesso i nostri difetti nascono da noi stessi, e tutto sta da come noi per primi ci guardiamo e ci pensiamo. Bisognerebbe essere capaci di sapersi amare di più.
Prendo in prestito la frase scritta nella presentazione dello spettacolo Cyrano de Bergerac e ti chiedo se oggi è più l’uomo o il teatro che ha bisogno di essere salvato?
L’uomo sicuramente, mi pare che stiamo andando inesorabilmente verso una nostra estinzione. Certo quando poi non ci sarà più l’umano scomparirà anche il teatrale.
Alla fine usciremo convinti che per essere un personaggio ci vuole ‘naso’?
Più che altro forse non bisogna tanto preoccuparsi come uno lo ha questo naso….
Poi andare anche a volte un pò a naso non è male.
Citando Enzo Jannacci: non ci vuole solo orecchio ma anche naso!
E noi porteremo a teatro sia l’orecchio e il naso per andare a vedere…
CYRANO DE BERGERAC
dal 7 al 12 febbraio 2023 – Teatro Elfo/Puccini
SALA SHAKESPEARE
di Edmond Rostand
adattamento e regia Arturo Cirillo
con Arturo Cirillo, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Valentina Picello, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini
scene Dario Gessati, costumi Gianluca Falaschi, luci Paolo Manti
musica originale e rielaborazioni Federico Odling
sinossi
è la storia di un uomo, o un personaggio, che si considerava brutto e non degno d’essere amato e che in fondo è stato salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato.
Per chi ha amato il varietà, per chi vuole conoscere il varietà ma soprattutto per chi vuole assaporare le atmosfere citate da Arturo Cirillo non resta che andare al Teatro Elfo/Puccini.
TiTo
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