Ne ha per tutti Laura Pozone persino per se stessa nel suo spettacolare monologo Love is in the hair in scena al Teatro della Cooperativa dal 15 al 21 dicembre.
Questo è davvero uno di quegli spettacoli che vorresti portare a casa per riguardarlo e riviverlo nei momenti opportuni, soprattutto quando hai bisogno di ridere e sorridere di te e dell’insopportabile quotidianità della vita.
La scena sul palco è povera perché quando si hanno di fronte attrici così brave a poco e a nulla servono le grandi scenografie o i grandi prosceni: tutto ciò che basta per godere del migliore teatro che può offrirti una città come Milano è la presenza di una professionista che dimostra di conoscere il pubblico, ciò che cerca e vuole sentirsi dire.
A inizio spettacolo quasi sembra di vedere una novella Sarah Kane alle prese con la depressione e il male di vivere odierno che si trasforma in una mattatrice inarrestabile e conscia dell’ironica crudeltà nella quale siamo invischiati tutti noi giorno per giorno: ridiamo perché vengono scandagliate sotto la lente dell’autoironia i nostri vizi, le nostre ossessioni, le nostre maschere, le nostre paure, i nostri sogni.
Laura Pozone non ha bisogno di nient’altro che di se stessa e del suo talento per creare uno spettacolo completo drammaturgicamente: lei stessa interpreta tutti i personaggi di questa storia che si dimostra scritta e gestita come il miglior teatro di prosa contaminato con grazia e inimmaginabile senso artistico con il classico cabaret.
Da un parrucchiere si incontrano diversi personaggi, anime simboliche dell’umanità del nuovo millennio che si massacrano tra monologhi e dialoghi inverosimili ma paradossalmente così riconoscibili, così concreti e veri che tutti potremmo giurare di riconoscere pezzi e assaggi della nostra esistenza.
Laura punta il dito contro di noi ma è una carezza affettuosa e un invito a guardarci oltre i nostri pregiudizi e le nostre maschere: un invito ad amarci per come siamo, a ridere di noi con tranquillità e senza riserve, uno sguardo al rispetto per noi stessi e per gli altri.
Tutti i personaggi sono caratterizzati perfettamente e tutti così vicini sia al teatro sia alla strada: si crea una magia che riesce a far rivivere insieme creature che vanno da Almodovar a Shakespeare, da Čechov ai nostri amici di tutti i giorni. Ogni personaggio è completo e viene superbamente scavato nel profondo: tutti avranno il loro momento di verità e butteranno giù la maschera in un finale che fa venire voglia di abbracciare tutte queste creature inesistenti ma più concrete di interpreti in carne e ossa.
La drammaturgia contamina il linguaggio teatrale con quello televisivo senza giudizio ma con presa di coscienza dell’evoluzione e della direzione innegabile che ha preso la nostra società. Le citazioni si sprecano e convivono tranquillamente Proust e Masterchef, Moccia e Pasolini, i Simpsons e Anna Magnani.
Laura Ponzone si merita un lungo applauso e viene un’incredibile voglia di vedere altro, di sapere altro di questa donna dalla grande cultura, di quelle vaste, complete e che sanno guardare verso tutti.
Uno spettacolo da vedere, anche più di una volta.
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