“A tua immagine”: intervista alla Compagnia Odemà

odemà
Foto Marco Caselli Nirmal

Dopo 7 anni torna a Milano uno spettacolo che tutti noi abbiamo amato e che tanto successo ha riscosso negli anni vincendo numerosi premi quali; Playfestival 2014, Premio Argot Off Roma 2011, Premio dello spettatore, Bologna 2010 e il Premio Scenario 2009.

Stiamo parlando di A tua immagine della compagnia Odemà in scena nell’accogliente fACTORy32 dal 14 al 16 ottobre 2022.

Circondati dalle nebbie di un non luogo, ci troviamo dinnanzi a tre personaggi altolocatissimi.

Il primo è venuto per chieder conto al padre di quali siano i doveri ed i privilegi che comporta questo essere figlio suo.

Il secondo, il padre, sembra tergiversare dinnanzi a queste richieste.

Il terzo è venuto perché anch’egli può trarre degli interessi da questa unione.

Per saperne di più e stuzzicare la fantasia di quei pochi che non hanno ancora visto A tua immagine, fossi in Voi non perderei quest’ultima occasione, ho contattato gli amici Odemà e ho chiesto loro:

Quando è perché nasce uno spettacolo come A tua immagine?

Davide:
A tua immagine nasce da una domanda: che cos’ è per me la religione? Come influisce su di noi credenti o non credenti in questa società da quasi due millenni?

Io mi sono posto questa domanda da ateo (almeno credevo) e poi mi sono accorto che questa domanda risuona in ognuno di noi in un modo diverso. Poi le scintille che scaturiscono da queste domande si imbattono in un comburente immenso come “Il vangelo secondo Gesù Cristo” di Josè Saramago e noi, da lì, abbiamo attinto per plasmare ed alimentare questo processo creativo e drammaturgico che ancora oggi, a rimetterlo in prova, ci arde nel petto e tra le mani.

Dopo tanto tempo, ma grazie a Dio gli spettacoli non hanno una scadenza, cosa vi ha spinto nel tornare in scena con A tua immagine?

Giulia:
Il Desiderio ci ha spinto.
Durante i mesi di distacco fisico dalla compagnia, da Davide in particolare, ci siamo trovati a dire che, non appena avessimo avuto modo, ci saremmo incontrati noi tre in uno spazio e avremmo fatto girare lo spettacolo solo per il gusto di farlo. Per noi, per l’amore e la gratitudine che ci lega al nostro primo lavoro a tre. Per sentire come suonano ora, le cose che ci diciamo in quel lavoro. L’ultima volta che ci eravamo parlati con le parole di A tua immagine era il 2015.

Sette anni in cui sono accadute tante cose.

Sette anni in cui altri spettacoli hanno continuato il discorso iniziato con A tua immagine.

Come quando torni nella stanza della tua infanzia e, attraversandola, la riscopri.

La spinta a farlo presto ci è arrivata poi da una vera scadenza. Davide a fine novembre andrà a vivere in Cile e non potevamo salutarci senza festeggiare il futuro con il nostro passato.

Abbiamo poi scelto con forza lo spazio di fACTORy32 perché è lo spazio giusto. Quello dove i desideri si realizzano. Incrociandosi. Valentina ha capito, ricordato, onorato questo desiderio. E dunque siamo pronti ad una festa, così nostra da essere universale.

Davide:
Penso che tra me, Enrico e Giulia, si accenda una rara alchimia quando siamo insieme sulla scena. Il desiderio di tornare nel nostro spazio di gioco, non vedere l’ora di servire una battuta al nostro compagno per stupirci di come risponderà, come se fosse un evento irripetibile anche se è già accaduto centinaia di volte. Tutti desideravamo ripercorrere i passi di questo lavoro che, per primo, ha segnato la via del nostro cammino artistico come trio.

Giulia… per chi non avesse visto A tua immagine posso spoilerare che, fisicamente, è molto impegnativo interpretare il tuo ‘personaggio’.

Posso sapere come ti stai preparando dopo 7 anni di stop?

Solo il fatto di rientrare nei panni del mio personaggio mi ha inebriato l’anima.

Dal punto di vista psicologico, manipolo la promozione interna alla compagnia. Mi sono spinta ad invitare personalmente Nick Cave alle repliche milanesi per ringraziarlo dei concerti regalati in questi anni e tengo un posto libero per Tim, amico amato attore che desideriamo veder tornare dalla guerra in Ucraina.

Per quanto riguarda la resistenza fisica, da una parte sono curiosa di vedere come, dopo sette anni, affronterò l’incontro e lascio che i miei muscoli e il mio cuore rispondano istintivamente. Dall’altra, sempre istintivamente, durante la nostra vacanza di famiglia a luglio in un villaggio turistico (mai fatta prima d’ora), mi sono affidata a TUTTE le attività fisiche che il programma di animazione proponeva. Risveglio muscolare, acquagym al mattino in spiaggia, sfide al gioco aperitivo, acquagym in piscina al pomeriggio, step al tramonto, stretching, cardio fit (mai fatto prima d’ora).

Mi sono divertita e questo mi è bastato per sentire che posso incontrare Dio. Metto in conto anche di morire sul palco che, in fondo, prevede la stessa cosa.

Ecco anche no Giulia, per morire in scena c’è tempo e ti ricordo che a casa ti aspetta Lucio e non solo lui! Dunque, in scena tre personaggi quale secondo Voi esce, se posso, perdente da A tua immagine?

Davide:
“L’uomo è un legno buono per ogni cucchiaio.
Da quando nasce a quando muore, è sempre pronto ad obbedire.
L’uomo, sia in pace sia in guerra è quanto di meglio potesse accadere agli dei”.
Poi la riflessione è proseguita negli altri due episodi della nostra trilogia con Mea culpa ed Esodo…

Con A tua immagine a fine spettacolo quale riflessione vorreste facesse lo spettatore a casa sua?

Davide:
A me piacerebbe che chi esce dal teatro dopo aver visto A tua immagine desideri interrogarsi e interrogare le nostre origini, sociali, religiose, identitarie. Noi, con questi lavori, abbiamo cercato a fondo il divino e abbiamo trovato l’uomo.

Giulia:
Ci piacerebbe che lo spettatore più che riflettesse, si riflettesse nel Desiderio. Quando desideri una cosa, nel bene e nel male, la strada per ottenerla è spianata. Noi sul palco diamo voce ad una via crucis del desiderio.

Enrico:
Con il nostro lavoro, ho la sensazione che si mostri una medaglia. Noi esseri umani siamo portati tendenzialmente a guardarne solo una faccia. Dovremmo cominciare ad allenarci a non negare la faccia della medaglia contraria. Solo riconoscendo l’insieme, il conflitto perde campo.

Ora capite perché non dovete perdere quest’ultima occasione per vedere A tua immagine? Davide Gorla ha scelto di andare via dall’Italia, per una motivazione bellissima ma che non sarò io a scrivere. Ma soprattutto assisterete ad uno spettacolo bello… e chissà, coloro che andranno il 16 di ottobre, si preparino per una ‘festa’ universale!

A TUA IMMAGINE
dal 14 al 16 ottobre 2022 – fACTORy32

progetto drammaturgico di Davide Gorla
diretto e interpretato da Enrico Ballardini, Giulia D’Imperio e Davide Gorla
musiche originali Enrico Ballardini
luci di Monica Gorla

sinossi

uno scatenato terzetto di personaggi e di attori invade la scena all’interno di una drammaturgia visionaria, in cui gli uomini interrogano la propria storia, il retaggio delle culture irrigidite, le mistificazioni operate sul nome e in nome di Dio, e dove invece, chi umano non è, mostra improvvise debolezze, cedimenti e calcoli di parte. Una messa in scena leggera e profonda, dove una ricerca d’attore, che evoca i linguaggi del cabaret e del pastiche comico, incontra un livello di pensiero complesso e inusuale raccogliendo e rilanciando suggestioni di José Saramago, Goethe, Milton e Pessoa per approdare a un’ipotesi inedita.

Buona serata a teatro

TiTo

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