Recensione: “Vorrei dirti che basta l’amore”

In un mondo perfetto Andrea PAZIENZA avrebbe oggi 62 anni.
Avrebbe terminato “ASTARTE” (la storia del cane da guerra di Annibale) e ci avrebbe aiutato  a vivere  un po’ meglio grazie alla sua arte.
Purtroppo PAZIENZA è morto a 32 anni, “ASTARTE” è rimasto incompiuto e tanti, come me, si sentono inconsolabilmente traditi.

Ma il “PAZ” ci ha lascito in eredità una innumerevole serie di tavole, copertine di LP, cartelloni cinematografici e racconti a fumetti. E poi c’è POMPEO, da cui è tratto, “Vorrei dirti che basta l’amore – Uno sguardo su Pompeo di Andrea Pazienza” che è andato in scena per la prima volta il 10 aprile a CAMPO TEATRALE in una sala pressoché piena.

La regia (Claudio ORLANDINI) dà vita alle tavole del disegnatore marchigiano imponendo allo spettacolo lo stesso vigoroso e lugubre ritmo che si trova leggendo il racconto di PAZIENZA. Laddove poi la narrazione rimane sospesa è la potenza evocativa delle immagini a mantenere alta l’emozione.
La drammaturgia (Davide DEL GROSSO) attinge dall’intera opera di PAZIENZA umori, sensazioni, singole vignette che arricchiscono e caratterizzano i personaggi.
Una spettacolo maturato in oltre tre anni di lavoro in cui tutto: musiche (BERTOLI-LOLLI-NEW TROLLS) oggetti di scena, scenografia, costumi (Francesca BIFFi, Marzia CASSANDRO), movimenti, espressioni del viso sono contaminati dallo stile grafico di PAZIENZA.

Dramma e commedia si intrecciano nella descrizione della discesa agli inferi di POMPEO giovane disegnatore che vive a Bologna nei pressi della via Emilia (un evidente alter ego dell’autore) la cui esistenza è inesorabilmente orientata alla soddisfazione della dipendenza da EROINA.

Il protagonista (interpretato da Davide DAL GROSSO) incrocia nelle ultime ore della sua vita una serie di personaggi, di sogni e situazioni ma niente e nessuno è in grado di raccogliere le sue richieste di AMORE.
Né i genitori né gli studenti del corso di fumetto e neppure Topolino (tutti interpretati da Cinzia BROGLIATO e Carola BOSCHETTI) riescono a distrarre POMPEO dai suoi propositi.
Incapace di accontentarsi della vita “POMPI” disprezza e distrugge tutto ciò che lo circonda e che potrebbe in qualche modo tenerlo ancorato all’esistenza.
Infama chi gli è simile o chi vorrebbe diventare come lui. Allontana chi lo ama e scientemente decide come morire visto che non riesce a vivere come ha deciso.
Ma non serve. Grazie alla donna delle pulizie viene “preso per i capelli” e salvato dalla OVERDOSE.
Si ucciderà impiccandosi rimanendo però col dubbio di non esser riuscito ad appropriarsi neppure delle propria morte dato che: “SI BUTTO’ COME FOSSE STATO D’IMPROVVISO SPINTONATO”.

La  COMPAGNIA COMTEATRO anima questo progetto con  evidente passione. Gli attori in scena si concedono generosamente ai loro personaggi e al pubblico. BROGLIATO e BOSCHETTI passano da un costume all’altro (efficace l’idea degli armadi multi funzione) mutando repentinamente nei toni e nelle intenzioni e costruendo di volta in volta le strutture dentro le quali DAL GROSSO accompagna affettuosamente il suo POMPEO.
Uno spettacolo per capire il quale non occorre essere conoscitori di Andrea PAZIENZA: è sufficiente esseri persi una volta nella ricerca della felicità.

In scena a CAMPO TEATRALE fino al 15 aprile

DeMarchi