Recensione: “Vanni De Luca – Prodigi”

vanni de luca

I PRODIGI DI VANNI DE LUCA

Prodigio: fatto, fenomeno, avvenimento che trascende, o sembra trascendere, l’ordine naturale delle cose. Evento che appare magico, soprannaturale.

Che cosa c’è di soprannaturale nello spettacolo Prodigi, del pluripremiato Vanni De Luca, in scena fino al 7 gennaio a MTM – Teatro Leonardo? Nulla. Nulla che non appartenga a questo mondo e alla sfera del “possibile”. Ma Vanni De Luca riesce nell’impresa di rendere questo “possibile”… prodigioso, appunto.

L’unico “prodigio” che vediamo in scena, come ci dice lo stesso De Luca, è la mente del mattatore, una mente in grado di dominare completamente il corpo e i suoi segreti, fino a spingersi molto oltre i confini del quotidiano. Non c’è magia, in questa operazione, ma solo un allenamento costante e spietato.

Che la maggior parte di noi utilizzi in percentuale irrisoria le potenzialità del cervello umano, è ormai cosa risaputa. E ancora non è chiaro quali siano le reali possibilità di una mente utilizzata al cento per cento del potenziale. Di certo De Luca raddoppia, triplica, quintuplica questa percentuale, dimostrandoci fino a che punto una memoria portentosa e l’immaginazione possano rendere multitasking un essere umano.

Senz’altro ciascuno di noi ha visto risolvere da qualcuno un cubo di Rubik in tempi velocissimi. Abbiamo senza dubbio sentito parlare di qualcuno in grado di declamare a memoria l’intera Divina Commedia. E probabilmente abbiamo visto con i nostri occhi un conoscente o un compagno di classe elaborare complicatissimi calcoli matematici. Difficilmente, però, abbiamo visto realizzarsi questi tre fenomeni contemporaneamente, dalla stessa persona, nello stesso istante, in un lasso di tempo irrisorio. De Luca ci riesce, nel numero finale del suo spettacolo, le Meraviglie Multiple.

Già, la meraviglia. Quella sensazione che fa incantare i bambini, che zittisce per qualche istante il nostro freddo raziocinio e ci fa rimanere a bocca aperta. L’essenza della magia. L’essenza, forse, del teatro stesso. De Luca lo sa e per questo motivo evita di limitarsi ad una sequenza di sketch proponendoci invece un vero e proprio spettacolo teatrale, con una scenografia quasi ottocentesca, con musiche originali e con un racconto che parte da lontano e che ci narra le gesta dei suoi predecessori, uomini in grado di vincere trentaquattro partite di scacchi giocate in contemporanea e rimanendo bendati per tutto il tempo, persone capaci di farsi trafiggere da spade senza nemmeno sanguinare, capaci di leggere, scrivere e parlare al contrario come se fosse una cosa normale.

Fenomeni, verrebbe da dire, liquidando banalmente la questione. Niente affatto. Semplici essere umani che hanno saputo spingersi oltre il consueto, dedicandosi all’esercizio quotidiano della mente. Partendo dalle loro gesta, De Luca ripropone alcuni dei loro “numeri” e li rende attuali, avvalendosi della collaborazione di Tiziano Grigioni. Alcune volte, come nel caso del gioco dei tre bicchieri, il trucco è abbastanza intelligibile. La maggior parte delle volte, si resta invece con la bocca aperta, avvolti nella meraviglia.

E’ stato un prodigio? Un portento? Un miracolo? Magia? No. E’ stata soltanto la mente umana. La più grande e la più misteriosa tra le meraviglie.

Massimiliano Coralli

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