Dall’8 al 13 maggio va in scena al Teatro dei Fildrammatici “The Effect” (Critics’ Circle Award Best New Play 2012) dell’autrice inglese Lucy Prebble (traduzione a cura di Andrea Peghinelli), diretto da Silvio Peroni con Alessandro Federico, Alessia Giangiuliani, Sara Putignano e Giuseppe Tantillo.
Teatro della vicenda è una clinica privata dove la psichiatra Lorna James, con la supervisione di Toby, direttore dell’esperimento, conduce uno studio sugli effetti di un potente farmaco antidepressivo su alcuni volontari: durante il periodo di sperimentazione, i pazienti non possono uscire, fumare, utilizzare telefoni e avere rapporti sessuali. Nonostante le ferree regole imposte dalla struttura, il trentenne Tristan e la studentessa di psicologia Connie, entrambi elementi dell’esperimento, stringono amicizia. Con il passare del tempo il loro rapporto sfocia in una violenta e passionale attrazione reciproca, che rischia di compromettere i risultati dello studio.
Lo spettacolo pone al pubblico un dilemma: che cosa sono amore e depressione? Un’ inspiegabile condizione dell’essere o reazioni chimiche che avvengono nel cervello? Sono entrambe le cose o l’una esclude l’altra? A tali quesiti non vi è risposta certa se non quella di vivere giorno per giorno e affrontare, un passo dopo l’altro, i paradossi che la vita pone sul proprio cammino.
Tema fondante di questo spettacolo è l’antitesi: drammi profondi e umani da una parte e l’oggettività dello studio scientifico dall’altra; tutto ciò è rimarcato da una recitazione naturale e istintiva degli attori contrapposta all’ambientazione priva di elementi, fredda e asettica in cui essi si muovono.
Lo svolgimento dello spettacolo si intreccia a proiezioni che, come scritte in sovraimpressione, informano il pubblico sui procedimenti dell’esperimento, offrendo così una narrazione episodica, simulando l’atmosfera di una serie tv.
Uno spettacolo intenso, mai banale e innovativo. Gli interpreti ben sostengono la vicenda poichè sono in grado di rappresentare in modo reale e convincente i propri personaggi. In particolare Sara Puntignano (Premio Virginia Reiter e Menzione d’onore Premio Duse 2016)risulta essere totalmente credibile nel ruolo di Connie, poiché riesce a far trasparire in modo sincero e autentico la fragilità e i drammi interiori che caratterizzano il suo personaggio.
Francesca Parravicini
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