Recensione: “£¥€$ (Lies)”

lies
Foto Thomas-Dhanens

A cosa teniamo realmente? A costo di suonare cinici, uno dei metodi migliori per quantificare il nostro interesse relativo a qualcosa, è identificarne un valore monetario. Per cui non è totalmente azzardato affermare che i soldi siano un tramite chiave all’interno della nostra scala di valori. I soldi, inoltre, hanno un costo a loro volta, un valore appunto, che la società paga e che si stabilisce chi detiene il potere: più soldi, più controllo e più potere decisionale all’interno dell’economia globale. Una logica fredda e calcolata al centesimo, che fa girare il mondo in determinate direzioni e che solo l’1% di noi ha il potere di stabilire. La domanda è: chi è questo 1%?

Lies, spettacolo interattivo del collettivo belga Ontroerend Goed, ospitato da Zona K, non risponde a questa domanda, ma induce lo spettatore, che qui diviene attore delle sorti del mondo, a farlo sentire come coloro che hanno questo potere. Una missione sicuramente ambiziosa, in grado di sollevare molte domande, di indagare sulla coscienza e sul carattere di un campione di persone sempre diverso.

Zona K è allestita come un casinò, in cui i tavoli da gioco rappresentano ognuno una borsa del mercato mondiale. Gli attori sono i croupier, che all’inizio spiegano le regole della finanza ai giocatori/spettatori, che si troveranno a dover prendere delle decisioni fondamentali per l’andamento dell’economia. Tutto sembra casuale, ma in realtà le fasi delle partite seguono un copione scritto, il ché, tuttavia, può non essere troppo distante dalla realtà dei fatti. In fondo, come da tradizione di ogni buon film a tema Black Jack, il tavolo vince sempre e nessuno è Rain Man.

Lo scopo del collettivo è quello di coinvolgere le coscienze dei partecipanti, facendoli sentire responsabili e far loro provare l’emozione di investire grandi somme di denaro. Una sorta di indagine, che tuttavia può rivelare delle inclinazioni caratteriali specifiche. Fornendo alle persone alcuni utili strumenti per capire il sistema, Lies non desidera impartire lezioni di morale, solo osservarne le reazioni. Un’idea che ha reso questo, uno degli spettacoli più famosi di Ontroerend Goed, portato in giro per il mondo: in fondo i soldi sono l’unico vero linguaggio universale.

C’è un brivido. Quel brivido che corre lento per la schiena e che solo per un momento fa sentire effettivamente potenti. Certo, mentre si partecipa si sa che è tutto fittizio, ma lo spirito di complicità con il proprio tavolo c’è, e c’è anche un piccolo desiderio di vittoria, di prevalsa. Poi però ci si ricorda che si sta partecipando ad un gioco, all’interno di uno spettacolo teatrale contemporaneo distante dalla formula aristotelica, e ci si lascia andare, senza troppi scrupoli. La responsabilità travalica i confini della fantasia. Che cosa è successo in quelle ore? Perché ci siamo comportati in una maniera anziché un’altra? Queste, le domande che ci portiamo a casa.

Marta Zannoner

 

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