“Adios”: la recensione

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Sul palcoscenico di Campo Teatrale, Adios, firmato Matteo Luoni e Simone Waldvogel, è la storia dell’incontro tra le sorelle Carla, Camilla e Federica (Carla Valente, Camilla Pistorello, Federica Carra), che dopo lungo tempo si ritrovano in un sogno. Ad accompagnarle in questo viaggio surreale è una presenza silenziosa e misteriosa, vita e morta insieme, signora natura (Camilla Parini).
La regia porta in scena un testo sospinto tra l’enigmaticità e la solennità, ora spezzato dal melodramma e ora alleggerito da sprazzi di ironia. Nella narrazione non c’è luogo né tempo, ma solo lo spazio del sogno, dal quale emergono a poco a poco – non solo al pubblico, ma alle protagoniste stesse – i ricordi di un’infanzia e di un legame travagliato, ma soprattutto i sentimenti profondi e dimenticati delle sorelle.

A circondare una messa in scena toccante e passionale, è una scatola scenica suggestiva, costruita con pannelli di tela bianca, illuminati di tanto in tanto da fasci di luce colorati. In questa atmosfera onirica e allo stesso tempo tangibile dello spettacolo, le tre attrici, commosse e commuoventi, toccano con mano l’anima dei loro personaggi; una recitazione arricchita dall’eleganza della Parini, che si lascia andare a una performance emozionante.

Arrivate al capolinea della vita e della morte, quello che le tre sorelle confessano a loro stesse e allo spettatore è l’importanza di una scelta che sta tutta in una parola, addio. Addio a chi se n’è andato e non tornerà più, a chi c’è stato ma non come lo volevamo e a chi c’è stato fin troppo. Ma sempre e prima di tutto a loro stesse, a uno dei tanti io a cui è possibile dire arrivederci solo se torna a vivere con sincerità. Un addio che non è un saluto definitivo al dolore, ma ha in sé la viva speranza di dare spazio a qualcosa di migliore. Nel nome della verità, come, almeno in sogno, Carla può finalmente dire alle sorelle.

Chiara Musati

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